mercoledì 3 febbraio 2016

L'odissea di Sara: non vede i figli da due anni

La mia odissea ebbe inizio  sei anni fa  allorché  finì   il mio matrimonio, durato circa 8 anni, preceduto da 2 di convivenza e da cui ho avuto tre bambini. Mio marito poco dopo la nascita della nostra terza figlia  incontrò un’altra donna e mi lasciò. Poco tempo dopo, cominciarono problemi a causa di interessi economici e venne fuori il carattere violento del mio ex che mi aggredì verbalmente e fisicamente. Nel periodo successivo procedette tutto tra alti e bassi, ma con rapporti tollerabili, giungendo, nel Dicembre 2011, ad una separazione consensuale. Nell’aprile 2012 ricevetti una lettera dalla compagna del mio ex dove venivo  offesa e minacciata ed esortata al suicidio perché ero una pessima madre. La denunciai e questo episodio fu forse l'inizio di tutto. Ovviamente peggiorarono i già difficili, ma controllati, rapporti con il mio ex che iniziò a farmi una guerra, esclusivamente per motivi economici  che, nel corso dei mesi successivi, degenerò fin dove mai mi sarei aspettata. Subii atti intimidatori, violenze e minacce, mirati soprattutto ad allontanarmi dalla casa che il giudice, nella separazione consensuale mi aveva affidato per viverci con i miei figli. Esposi regolare denuncia per questi episodi, ma  non arrivai a nessun risultato .



Nel Gennaio  2013, spaventata e disperata, mi rivolsi ad un centro antiviolenza, perché le forze dell'ordine non potevano fare altro che prendere le mie denunce senza poter intervenire in nessun modo. ( In Italia si deve aspettare la tragedia per intervenire).Nei mesi successivi il mio ex cominciò  a denigrarmi in presenza dei miei  figli. Ci fu un episodio gravissimo in cui il mio ex fece chiamare i carabinieri dalla bambina dicendo che la madre l'aveva picchiata selvaggiamente. Il maresciallo dei carabinieri che intervenne fu invitato dal mio ex a controllare la casa che a suo dire era “piena di uomini”. Il maresciallo, come riporta nella propria relazione, non trovò nessun uomo e rilevò che la bambina non aveva alcun  segno di violenza e stava palesemente recitando una parte. Mi sentivo continuamente  attaccata,ma forte e sicura di poter resistere. Probabilmente in 10 anni non avevo capito a fondo chi avevo di fianco poiché, nell'agosto del 2013, il mio ex  fece una mossa folle e crudele  e dall'effetto devastante. Denunciò un mio amico per abusi sessuali nei confronti dei bambini e me di averlo permesso e di intrattenermi con innumerevoli uomini. Immediatamente i bambini mi furono tolti e da quel giorno ho potuto vederli solo agli incontri protetti con la presenza degli assistenti sociali che, dopo un periodo, rilevarono un ottimo rapporto tra me e i miei figli e, infatti, produssero una relazione positiva a mio favore. Quindi, il mio ex, decise di inventare pure che i bambini, che gli stessi assistenti sociali relazionarono un ottimo rapporto con la madre, non  volevano più vedermi e smise di portarli agli  incontri e mi trovai così impotente di fronte a una legge assurda.
Solo allora realizzai chiaramente, ripensando a quando il mio ex mi diceva che mi avrebbe distrutto, annientato,che  mi avrebbe tolto i bambini che mi avrebbe sbattuto fuori dalla casa,  che aveva pianificato il tutto con gran cura per mettermi al tappeto. Ma io non mollai,ero fiduciosa nei confronti della giustizia, poiché non era possibile che un'accusa così potesse reggere e mi sembrava evidente che non fosse credibile che il " Mostro ", dopo dieci anni di convivenza, di cui 8 di matrimonio, e tre figli, venisse fuori, casualmente, al momento che, dopo la separazione, erano sorti forti attriti per motivi economici e in specifico il mantenimento per me e i bambini, l'assegnazione della casa coniugale e una società a me intestata che lui intendeva togliermi.

Iniziò però ad aprirsi una ferita sempre più profonda dovuta alla lontananza dei bambini e contemporaneamente ebbe inizio un processo penale che mi ha  trascinato in una vita fatta di udienze e incidenti probatori. Ce ne fu un primo con la CTU che ritenne che i bambini potessero essere attendibili, ma, come si pronunciò in udienza, pensava che, io non fossi a conoscenza degli abusi e soprattutto non li avessi indotti. Parallelamente, comincia a subire persecuzioni: minacce telefoniche e anche attraverso persone minacce e danneggiamenti. Iniziai così a rimanere spesso a dormire a casa del mio compagno e andavo sempre meno nella mia abitazione, poiché più di una volta avevo trovato il mio ex con la compagna. 
Una seconda CTU indicò che   la bambina più piccola fosse affidata in maniera esclusiva a me, che il padre la potesse vedere agli incontri protetti con audio e videoregistrazione, mentre i due più grandi potessero decidere autonomamente con chi stare. Eppure il giudice, nonostante questa relazione del CTU da lui stesso nominato,  decise che tutti e tre i bambini fossero affidati al padre, con restituzione della casa coniugale. 
Era riuscito a togliermi tutto con questa mossa vile. 
In questa guerra ho dovuto affrontare un'altra battaglia quella contro l’annullamento del matrimonio chiesto da mio marito alla Sacra Rota . Dopo una terza CTU sto aspettando che venga fatta l'udienza in merito. Trovo inaccettabile che in un paese che si considera civile, una madre, solo sulla base di accuse, senza prove, non abbia il diritto nemmeno di vedere i propri figli. Non sono ancora stata rinviata a giudizio, ma posso capire che vengano fatte indagini e anche un eventuale processo se ci sono anche minimi dubbi di abusi, ma nel frattempo una madre deve vedere i propri figli. Questo è un sacrosanto diritto! Sono più di due anni che non vedo e non sento i miei bambini e a Febbraio 2016  ci sarà l'udienza per decidere quando riattivare l'incontri.

Tutto ciò mi ha lacerato il cuore. Questa è la mia storia, difficile e dolorosa, di cui devo scrivere ancora la fine, che non so bene quale sarà, ma che sicuramente, se c'è una giustizia in questo paese, deve essere accanto ai miei bambini.